F.A.Q. mediche approfondite sulla rimozione dei tatuaggi e sulla tecnologia laser.
Il laser Q-switched agisce secondo il principio della fototermolisi selettiva. Emette impulsi di luce ad altissima energia della durata di pochi nanosecondi. Questa energia viene assorbita selettivamente dal pigmento del tatuaggio, e non dalla cute circostante. La rapidità dell'impulso genera un'onda d'urto (effetto fotoacustico) che frammenta le particelle di inchiostro in micro-particelle. Queste, una volta ridotte a dimensioni sufficientemente piccole, vengono riconosciute dal sistema immunitario come corpi estranei e progressivamente eliminate dalle cellule spazzino del nostro corpo, i macrofagi, attraverso il sistema linfatico.
L'efficacia del laser dipende dalla sua capacità di essere assorbito da un colore specifico. Ogni lunghezza d'onda del laser ha un "bersaglio" cromatico preferenziale. I laser Nd:YAG Q-switched, come lo Spectra XT, utilizzano la lunghezza d'onda 1064 nm (efficace su nero, blu e colori scuri) e 532 nm (efficace su rosso, arancione, viola). Colori come il verde, il turchese o il giallo richiedono lunghezze d'onda specifiche che non sempre vengono assorbite in modo ottimale, rendendo il processo di rimozione più lungo e complesso. Anche gli inchiostri bianchi o color carne sono problematici, poiché tendono a scurirsi (ossidazione) se trattati con il laser.
Il numero di sedute è altamente variabile e dipende da un insieme di fattori clinici. I principali includono:
La sensazione del laser viene comunemente descritta come simile allo schiocco di un elastico sulla pelle. Il livello di dolore è soggettivo e dipende dalla zona trattata e dalla soglia di tolleranza individuale.
Subito dopo il trattamento, è normale osservare un leggero sbiancamento dell'area (effetto "frosting"), seguito da rossore e gonfiore, simili a una scottatura solare. Questi effetti si risolvono in poche ore o giorni. È fondamentale seguire scrupolosamente il protocollo post-trattamento, che include l'applicazione di specifiche creme lenitive e riparatrici e la protezione totale della zona dai raggi solari (SPF 50+) per almeno 4 settimane, al fine di prevenire rischi di iperpigmentazione.
Se eseguito da personale medico qualificato con tecnologie certificate, il trattamento è estremamente sicuro. Tuttavia, come per ogni procedura medica, esistono dei rischi, seppur rari. I principali sono le alterazioni transitorie della pigmentazione: l'ipopigmentazione (schiarimento della pelle) o l'iperpigmentazione (scurimento). Entrambe tendono a risolversi spontaneamente nel tempo. Il rischio di esiti cicatriziali è molto basso con i moderni laser Q-switched, purché il paziente segua le indicazioni post-trattamento ed eviti di rimuovere eventuali crosticine.
Il costo del percorso di rimozione è strettamente legato alla complessità del caso. Non è possibile definire un prezzo standard senza una valutazione clinica diretta. Fattori come la dimensione, la densità dell'inchiostro, la gamma di colori e il numero di sedute previste sono determinanti. Per questo motivo, il primo consulto è fondamentale per analizzare il tatuaggio e formulare un preventivo personalizzato e trasparente.
La differenza è sostanziale. I tatuaggi amatoriali sono spesso realizzati con inchiostro di china e a una profondità non uniforme nel derma. Generalmente, contengono meno pigmento e sono più superficiali, motivo per cui tendono a rispondere più rapidamente al trattamento laser. I tatuaggi professionali, invece, utilizzano pigmenti metallici specifici, depositati in modo denso e omogeneo a una profondità maggiore. Questa densità e composizione chimica richiedono energie più elevate e, di conseguenza, un numero maggiore di sedute per essere frammentati ed eliminati efficacemente.
Il tempo di attesa, solitamente tra le 6 e le 8 settimane, è un requisito fisiologico fondamentale e non un'attesa passiva. Il laser ha il compito di frantumare l'inchiostro, ma il processo di rimozione vero e proprio è a carico del corpo. In questo intervallo, il sistema immunitario, attraverso i macrofagi, localizza, ingloba e trasporta i frammenti di pigmento al sistema linfatico per la loro eliminazione. Rispettare questa tempistica permette al corpo di "fare pulizia", massimizzando il risultato di ogni seduta e consentendo alla cute di rigenerarsi completamente, riducendo al minimo il rischio di effetti avversi.
L'obiettivo del trattamento è la rimozione completa, che viene raggiunta nella grande maggioranza dei casi con le tecnologie moderne. Tuttavia, in alcune circostanze, può persistere un lieve alone o un'ombra residua, comunemente chiamato "ghost image" (immagine fantasma). Questo può dipendere da fattori come la profondità eccessiva dell'inchiostro originale, la presenza di pigmenti molto resistenti o una reazione cutanea individuale. Una valutazione preliminare accurata permette di stabilire aspettative realistiche riguardo al risultato finale.
Esistono controindicazioni assolute e relative. Tra quelle assolute vi sono la gravidanza e l'allattamento, infezioni attive nell'area da trattare, malattie della pelle fotosensibilizzanti (es. lupus) e l'assunzione di farmaci fotosensibilizzanti (come alcuni antibiotici o l'isotretinoina). Tra le controindicazioni relative, che richiedono una valutazione medica caso per caso, vi sono una storia di cicatrici cheloidee, patologie che compromettono il sistema immunitario e la presenza di fototipi molto scuri (V-VI secondo Fitzpatrick), che necessitano di protocolli specifici per minimizzare il rischio di discromie.
È un'eventualità rara ma possibile. L'inchiostro del tatuaggio, incapsulato nel derma, è in uno stato relativamente inerte. Il laser, frammentandolo, lo rende disponibile al sistema immunitario. Se il paziente ha una predisposizione allergica a uno dei componenti metallici dell'inchiostro (es. nichel, cromo, cobalto), potrebbe manifestarsi una reazione allergica localizzata (prurito, dermatite) o, molto più raramente, sistemica. Una storia clinica dettagliata è fondamentale per identificare i soggetti a rischio.
Entrambe sono tecnologie eccellenti, ma si differenziano per la durata dell'impulso. Un laser Q-switched opera in nanosecondi (miliardesimi di secondo) e si basa su un effetto prevalentemente fotoacustico con una componente fototermica. Un laser a picosecondi (millesimi di miliardesimo di secondo) emette impulsi ancora più brevi. Questa estrema rapidità massimizza l'effetto fotoacustico, permettendo di frantumare l'inchiostro in particelle ancora più fini con un apporto termico (calore) quasi nullo. Questo può tradursi in una maggiore efficacia su pigmenti resistenti (come alcuni blu e verdi) e un minor numero di sedute in alcuni casi, rappresentando l'ultima evoluzione nel campo della rimozione tatuaggi.
Sì, è possibile. Una volta che il processo di rimozione è completo e la pelle è tornata al suo stato ottimale (generalmente dopo circa 6 mesi dall'ultima seduta laser), l'area può essere tatuata di nuovo. La pelle trattata correttamente con laser medicali moderni mantiene la sua integrità strutturale e la sua capacità di ricevere e trattenere nuovo inchiostro senza problemi. Molti pazienti, infatti, scelgono di rimuovere parzialmente un vecchio tatuaggio proprio per preparare la base a un nuovo lavoro di "cover-up".